mercoledì 23 marzo 2011

E se la guerra ci facesse tornare in bicicletta?

Stanotte sentivo degli strani rumori in testa. Cos'erano? I cattivi pensieri che si annidano giorno dopo giorno, in attesa che arrivi la svolta dell'umanità, o erano dei caccia in viaggio verso la Libia? Chi lo sa, io stavo avvolto nelle mie lenzuola e non ho poi capito molto, diciamo la verità. Così come in realtà, anche leggendo i giornali, non ho capito molto su questa guerra che si sta combattendo in questo angolo d'Africa così vicino a noi.
Che poi... prima osanniamo Gheddafi in versione Michael Jackson nella sua visita sul suolo italiano, gli chiediamo scusa, gli diamo un risarcimento... e poi gli facciamo la guerra? Siamo anche un po' incoerenti. Io la penso così. Sinceramente penso che le vicende legate agli insorti poco interessino a chi vuole fare questa guerra. Ci sono interessi più grossi, ci sono quei pozzi di petrolio (a proposito, ma vogliamo metterci in testa che prima o poi la Terra finirà di regalarci quest'oro nero che fa camminare le macchine?) che fanno gola a tutti.
E' una guerra che vedo senza un filo logico, dove si naviga a vista, ognuno attende la mossa dell'altra. Se non si ha paura di Gheddafi... penso che nazioni organizzate e armate come Usa e Francia, ad esempio, possano metterci dieci minuti per andarlo a prendere ovunque esso sia. Ma non lo fanno, si continua a giocare una partita a scacchi nella quale per ora ci hanno rimesso la pelle soltanto innocenti.
Stamattina pensavo ad una assurdità. O forse no. Ovvero che se continuano così il prezzo della benzina arriverà ad un livello assurdo. E che noi presto dovremo tornare alle biciclette per muoverci. Riflettendoci... non sarebbe poi così male...

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