lunedì 28 febbraio 2011

Puntiamo tutti verso il centro

Una cosa possiamo darla quasi per scontato. State leggendo questa pagina in un momento di pausa della giornata. Magari siete in una sala d’attesa, magari state aspettando in macchina che i bimbi escano da scuola. Chissà. O magari siete in un autobus e state tornando a casa. Ma non è questo il punto. Il centro del discorso è un altro: non vi capita sovente di “ammazzare” il tempo pensando?
In quel lasso di tempo nel quale non si ha nulla da fare ecco che il motore delle idee si accende. Ed ecco che a volte si riescono a trovare anche le migliori risposte, le migliori soluzioni ai problemi giornalieri della nostra esitenza. Le idee, ovviamente, svariano da individuo a individuo, su questo non ci piove. C’è chi pensa alle partite sulle quali vorrà scommettere e invece chi deve pensare a come risolvere questioni ben più gravi. Che dite, stiamo facendo un discorso troppo vago? Effettivamente sì, ma... pensandoci bene, paragonando il nostro cervello ad una caotica città, potremmo affermare che nella nostra testa c’è un immaginario centro e c’è una immaginaria periferia? Nel mondo delle idee tutto è possibile e la nostra mente non è altro che una serie infinita di cassetti nella quale riponiamo il nostro sapere e i nostri ricordi. Si, anche quelli brutti. “Salva con nome”, decidiamo come chiamare il nostro pensiero da conservare e tac!, ecco che creiamo il nostro ricordo. Troppo facile però paragonare il cervello ad un hard disk del computer.
Perchè se il file che abbiamo salvato non ci serve più, non ci piace più, è semplice rimuoverlo dal nostro computer. Si butta tutto nel cestino e... con un clic tutto non c’è più. Cancellare un ricordo (brutto... perchè chi è che butta via quelli belli?) dal nostro cervello è invece praticamente impossibile. Tutti noi ci abbiamo provato. E ubriacarsi non serve a nulla! Ricordate quella volta che vi siete beccati un cazziatone all’ufficio e avete rischiato il licenziamento? Ricordate quando è venuto a mancare un vostro affetto? Ricordate i litigi fatti, i momenti bui della vostra vita? Certo che li ricordate, lo state facendo anche adesso... perchè cancellarli, lo ripetiamo, è impossibile.  Ecco, allora è chiaro che nella nostra testa metteremo al centro tutti i ricordi belli, quelli che vogliamo andare a pescare subito, quelli che ci fanno stare bene, che danno un rapido start al sorriso.
Ah, come eravamo felici quando avevamo vent’anni (che, detto tra noi... non era nemmeno vero, perchè a vent’anni ne avevamo di problemi...), come ricordiamo volentieri quelle serate in compagnie, come ricordiamo bene quella volta che abbiamo fatto un terno secco su Napoli al Lotto. Metteremo invece nella periferia, dove c’è il degrado, tutto ciò che vorremmo scordare, azioni commesse che mai avremmo voluto commettere. Errori imperdonabili, gaffe, lutti e quant’altro. Via, via, lasciate sgombra la mente. Che poi, a ben vedere, questa periferia nel nostro cervello ha anche un nome. Si chiama “dimenticatoio”.
Ora, pensandoci bene, è facile associare il concetto di bello al centro e quello di brutto alla periferia. Proprio come abbiamo fatto con i nostri ricordi. Quando bisogna comprare o affittare un appartamento... cosa preferite? Una casa lì, ad un passo dall’isola pedonale, oppure un monolocale squallido a venti chilometri da ogni forma di vita? Si, di vita.
Perchè il centro è vita, il centro è un cuore che pulsa. Negozi, uffici, vetrine, parcheggi a spina di pesce, macchine in doppia fila, un via vai di gente che passeggia, e chiacchiera. La periferia invece cos’è? E’ il più delle volte un rifugio, un posto più economico, quasi un dormitorio, parlando di grandi metropoli. Non senti pulsare la vitalità umana, non c’è niente da fare. D’altronde... quando parliamo di una persona importante cosa diciamo? «Eccolo, quello lì, vuol stare sempre al centro dell’attenzione». E allora non ci rimane che fare una cosa: scegliere il centro come punto di riferimento (e qui la politica non c’entra nulla). Perchè il centro è bello, il centro è vita, il centro è passione. Mettiamo noi stessi al centro di tutto per “irradiare” verso tutti un’esistenza migliore.

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