venerdì 11 febbraio 2011

Lui non verrà giovedì

«Prima di addormentarmi mi vengono in mente le cose migliori» recita una canzone di un nemmeno tanto noto cantautore torinese (Mauro Gurlino detto Mao) scritta all’inizio di questo millennio. Che in questo primo decennio, diciamolo pure, ha lasciato abbastanza a desiderare. «Sono i sogni che fanno vivere...» continua a dire Mao (sempre il cantante… non entriamo in politica). In fondo… come dargli torto? Ah, se ascoltassimo questi novelli filosofi musicali: magari rifletteremmo un po’ di più. Che non fa mai male. Quante volte abbiamo poggiato la nostra faccia sul cuscino e abbiamo azionato (o almeno... ci abbiamo provato!) il cervello?
Quanti sogni, quanti progetti abbiamo fatto prima di cadere, senza accorgercene, nelle braccia di Morfeo (che, detto tra noi, deve essere abbastanza forzuto per sorreggerci)? In questo momento “finale” della nostra esistenza giornaliera bisogna dividere il genere umano almeno in due specie: c’è chi pensa a quello che è stato nelle ore precedenti, fa il resoconto della giornata, guarda le cose giuste e le cose sbagliate che si sono fatte nell’arco delle ultime ventiquattrore vissute. Magari con un pizzico di rammarico per qualcosa che poteva essere e che invece non è stato. Peccato. O meno male. E c’è chi invece si proietta già alla giornata successiva, con una estrema voglia di vivere: che cosa mi metto addosso domani? Sì, quella camicia che mi sta tanto bene. Con la cravatta rossa, che ci sta una meraviglia. Devo fare questo, devo fare quest’altro. Non se ne vede l’ora. L’organizer mentale è già stracolmo di appunti. Altro che agendina, non ci serve! Si hanno grandi ambizioni, tanta voglia di fare. Lampi di vita. Poi magari non si avvera nulla di quello che tu hai programmato, ma pazienza, c’è sempre tempo. Ottimismo, per diamine!
Adesso è aperto il dibattito interiore, quello da fare davanti allo specchio. O se volete fatelo anche con gli amici/che del cuore. Il confronto aiuta sempre a crescere, questo non bisogna mai dimenticarlo. In quale di queste due categorie appena enunciate vi rispecchiate? Siate sinceri. Nei “ragionieri” che a fine giornata fanno un saldo, positivo o negativo che sia, delle attività svolte, oppure nei “sognatori” del giorno dopo, quelli che sperano sempre che possano concretizzarsi, allo zenit solare, i programmi pensati al caldo del proprio lettuccio solo qualche ora prima? O magari al 50% in entrambe le categorie? E’ possibile, perché no? Sono le persone che appartengono a questa terza “opzione” le più equilibrate, quelle che in fondo potrebbero essere più aderenti alla realtà. Quelle che fanno sì il resoconto della giornata, ma già con la mente proiettata avanti. Senza rimpianti né false illusioni. Il neorealismo del nuovo millennio. Che ben si può collegare con una forma di Illuminismo. Accendiamo il lume della ragione e non facciamoci accecare dalle superstizioni, dalle dicerie, dalle fandonie che ci vengono raccontate tutti i giorni. Dobbiamo ricordare sempre che l'uomo è artefice delle proprie fortune… ma è anche vero che a volte ci si trova in situazioni che non abbiamo previsto e che non avremmo mai potuto prevedere. Mmmmmm… il destino ci sta attendendo, ma non aspettiamolo con ansia. Lui non verrà giovedì... e nemmeno giovedì... giovedì! Si, giovedì... ma quale giovedì? Quello passato o quello futuro? Basta con questi dilemmi... cogliamo l'attimo, come dicevano i latini. Loro sì che erano saggi.

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