Non è stata una domenica semplice. No, non poteva essere una domenica come tutte le altre. Una domenica di calcio, sì, ma che calcio. C'era il derby, questa maledettissima partita che ogni volta mi fa salire la pressione, mi fa battere i denti dal nervosismo, mi fa mangiare le unghie, anzi la pelle. Chi mi sta vicino vorrebbe scappare via: posso fare di tutto. Ricordo un derby visto alla Consolidata dell'Università della Calabria, nel quale la mia ragazza rimase praticamente scandalizzata. Come fa un uomo a trasformarsi in una belva feroce per novanta minuti? Bisognerebbe chiederlo al mio Dna.
In ogni caso le 15 erano vicine, non so perchè ma ero tranquillo nell'animo. Tranquillo nel nervosismo, ovviamente. In macchina avevo sognato la rinascita del mio idolo, di una persona che ha sempre dato tutto per la causa, si è preso onori ma anche oneri non indifferenti. E' stato un parafulmine per tutti. Un vero capitano, insomma. Persone che nascono una volta ogni cent'anni. Ebbene questa rinascita c'è stata. Due gol, uno su punizione e uno su rigore, ma soprattutto una prestazione degna di quella fascia da capitano. E' stato in panchina, Totti. Lo ha fatto senza batter ciglio, come accade spesso e volentieri anche a noi quando nella vita veniamo messi in disparte. Nel lavoro, negli affetti, nella famiglia. Capita. Perchè il nostro allenatore non ci vede, ci reputa non meritevoli di scendere in campo. Ci preferisce altri. Poco male. E' quando si va in campo che poi si vede davvero il valore di una persona. Francesco Totti l'ha fatto, a 34 anni è ancora lui il faro della mia squadra del cuore. E' ancora il simbolo, è ancora il punto di riferimento per una tifoseria, per una città, per tutti i giallorossi del mondo. Non oso immaginare quando appenderà le scarpe al chiodo. Forse, anzi sicuramente, piangerò. Però oggi, 13 marzo 2011, sono contento e finalmente sorrido. Totti ha dato una lezione a tutti quelli che lo davano per finito, lo davano per cotto, lo davano come un ex giocatore. I campioni, quelli veri, non tramontano mai. Magari corrono di meno, ma il carisma, l'esperienza, la voglia di lottare per quello in cui si crede non verrà mai meno. Grazie Totti, oggi hai dato una bella lezione a tutti noi. La panchina nella vita la dobbiamo saper accettare, ma in silenzio, senza inutili isterismi. Basta farci trovare pronti quando ci capiterà l'occasione per dimostrare a tutti che poi non siamo così malaccio...
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