mercoledì 16 febbraio 2011

L'amore è il motore del mondo

«L’amore è il motore del mondo?» I giovani non sono così bamboccioni come li definiscono alcuni politici, sanno affrontare anche dei temi importanti, specie nei momenti di riflessione, che non sono poì così rari, specie in una generazione senza lavoro e alla continua ricerca di ideali sui quali costruire il proprio futuro.
Tra una battuta, una risata, un ricordo di tempi andati e un bicchiere di Zedda Piras eccola qui, una domanda alla quale ognuno di noi può dare una risposta. O meglio, una interpretazione. Perchè che l’amore sia il motore del mondo è una tesi facilmente dimostrabile. I bambini non nascerebbero se non ci fosse amore. Non ci sarebbero generazioni future e il mondo si avvierebbe alla fine. Impossibile. Insomma già questo basterebbe per chiudere il discorso.
Ed invece no, perchè attorno questa parola, “amore”, è in realtà peggio di un dado, perchè può avere mille sfaccettature. Cinquecentomila contorni, un milione di significati. Non è amore quello che si prova nei confronti dei propri genitori? Non è amore l’affetto rivolto al proprio fratello, alla propria sorella? In realtà non bisogna nemmeno addentrarci per forza nella sfera familiare, perchè un gesto amorevole si può compiere anche nei confronti di uno sconosciuto che vediamo in difficoltà. In un mondo dove ogni rapporto interpersonale sta svanendo (a volte anche per colpa della tecnologia, che ci impigrisce), dove la sopraffazione dell’essere umano su un suo simile sembra essere diventata la normalità, dove l’apparire viene prima dell’essere, ecco allora che amare diventa quasi un’anormalità. Si può, si deve cambiare. Per cambiare questo vecchio e pazzo mondo.
D’altronde l’amore è anche il sentimento più cantato nella storia millenaria della musica.
 Senza voler dare dati imprecisi, pensiamo che un abbondante 70% dei testi degli ultimi cento anni della musica italiana contengano almeno una volta il verbo amare, “condito” in ogni salsa e in ogni tempo. E’ vero, a volte la musica “impegnata” fa riflettere, ma lo fanno anche alcune hit che hanno accompagnato e accompagnerenno la nostra esistenza. Non andiamo lontano. Scaviamo dentro di noi alla “recerche” di note indelebili nel nostro cuore. Le colonne sonore della nostra vita non sono forse dedicate all’amore? Da Luigi Tenco, che quasi quasi ci faceva credere voler snobbare questo sentimento («Mi sono innamorato di te, perchè... non avevo niente da fare») ma che in realtà lo metteva al centro della sua esistenza («Ciao amore ciao» fu la sua ultima canzone al Sanremo del ‘67) alle tante emozioni che ci ha trasmesso Battisti, ben “suggerito” da Mogol, non scordiamolo mai. Dallo storico “Ti amo” di Umberto Tozzi all’”Amore pensato” di Max Gazzè, passando per l’urlato “Io amo” di Fausto Leali, l’elenco degli chansonnier italiani che hanno basato la loro carriera parlando d’amore (a proposito... «Parlami d’amore» non è una hit recente dei Negramaro?) è lunghissima. Infinita, diremmo.
C’è chi lo sta ancora inseguendo, come Antonello Venditti («Mitico amore... dove sei stato? Sei nel presente o nel passato?») e chi ci continua a credere nonostante a volte provochi dolore, come ci ricorda Tonino Carotone in «Me cago en el amor». Perchè è anche vero che l’amore non è tutto rose e fiori. Anzi. C’è gente che soffre. Eccome se ne soffre. E che per colpa di un amore sbagliato ha indirizzato in modo diverso la propria vita, oppure che per troppo amore ha iniziato a commettere errori su errori. Inutile dire che anche nella musica straniera amare è il verbo più usato. Ma che l’amore sia un’arma a doppio taglia ce lo ricorda anche Boy George. «Love will selfdistruct» è il motto finale di “Run”. E come dargli torto? Ed ecco allora che la nostra tesi iniziale trova conferma. Sì, l’amore è davvero il motore del mondo. Ma solo se siamo noi a volerlo.

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